Il rubino è la variante rossa della specie minerale denominata corindone la cui formula chimica è Al2O3 (ossido di Alluminio), cristallizza nel sistema trigonale e, quando molto puro, è perfettamente incolore. Il colore rosso intenso del rubino è dovuto a piccole quantità di cromo che si trova al posto di parte dell’alluminio senza disturbare la struttura del cristallo. I minerali appartenenti a questa specie possono essere anche di colore blu (zaffiro), giallo, verde.
Gemma nobile, famosa, fiammeggiante simbolo di potere regale ed ecclesiastico, le sue sfumature vanno dal rosso al viola. E’ una pietra dalla forte personalità, rappresenta l’energia della passione e quella vitale del sangue.
Soltanto intorno al 1800 si riconobbe che insieme allo zaffiro il rubino è una varietà del corindone. In precedenza erano considerati rubini anche lo spinello rosso e il granato, anzi tutti e tre erano chiamati carbonchi. Il colore rosso è in genere lievemente diverso secondo il giacimento di provenienza, ma in ogni caso non è elemento utile per risalire al Paese di provenienza, poiché in ogni giacimento si trovano pietre con colori di tonalità diverse, i termini “rubino birmano” o “rubino siamese” generano perciò confusione. Il colore più pregiato è il cosiddetto “sangue di piccione”, termine che tutto sommato non dice nulla; rosso puro con una sfumatura nel bluastro.
I principali giacimenti di rubino si trovano in : Afghanistan, Myanmar (ex Birmania, da cui proviene un materiale decisamente pregiato), Kenya, Nepal, Pakistan, Sri Lanka, Tanzania, Thailandia e Vietnam.
Si rinviene in giacimenti primari, sia come prodotto di disgregazione magmatica, sia come prodotto di metamorfismo di contatto in micascisti, gneiss e marmi. Data la sua elevata durezza e resistenza all’alterazione si rinviene in notevole quantità anche in giacimenti secondari alluvionali, in qualità gemma.
Le inclusioni sono frequenti, non costituiscono mai motivo di diminuzione della qualità, ma sono la testimonianza dell’origine naturale della pietra e permettono di distinguerla dalle sintesi.
Il rubino è una tra le gemme più pregiate. Rubini grandi sono più rari di diamanti delle stesse dimensioni. Il rubino più grande, del peso di 400 ct., fu trovato in Birmania e venne diviso in tre parti. Pietre famose per la bellezza eccezionale sono: il rubino Edward (167 ct), che si trova nel British Museum of Natural History, a Londra; il rubino asteriato Reeves (138,7 ct), nella Smithsonian Institution di Washington; il rubino asteriato De Long (100 ct), nell’American Museum of Natural History (New York); il rubino della pace Peace Rubv (43 ct), cosi chiamato perché trovato nel 1919, alla fine della prima guerra mondiale. Numerosi rubini brillano su stemmi, corone e altri gioielli di casate nobiliari.
Tuttavia alcune di queste pietre un tempo considerate rubini, sono risultate non originali in seguito a un esame più approfondito, come per esempio il Rubino del Principe Nero (Black Prince’s Ruhy) , nella corona inglese, e il Timur Ruby, montato in una collana dei gioielli della corona inglese. Oggi, i rubini vengono tagliati già nei Paesi di estrazione, poiché il tagliatore cerca di conservare il maggior peso possibile, non sempre le proporzioni sono soddisfacenti, cosicché molte pietre devono essere ritagliate in taglierie europee. Le qualità trasparenti sono tagliate a gradini o a brillante, le pietre meno trasparenti vengono tagliate a cabochon. I rubini naturali, che un tempo avevano grandissima importanza nell’industria degli orologi come cuscinetti, oggi sono stati completamente sostituiti dai rubini sintetici.
DATI TECNICI
Formula: Al²O³ Ossido
Cristallizzazione: Gruppo Dimetrico Sistema trigonale
Forme cristallografiche: Prisma più pinacoide più bipiramide
Abito: Prismatico tabulare
Lucentezza: Vitrea
Durezza: 9 (scala di Mohs)
Elemento cromoforo: Cr o Fe
Peso specifico o Densità: 4 (3,98 ÷ 4,02)
Indici di rifrazione: Birifrangente uniassico n. ώ = 1.766 ÷ 1.773 n. ε = 1.758 ÷ 7.765
Birifrangenza: 0,007 ÷ 0,009
Segno ottico: negativo
Pleocroismo: n. ώ rosso intenso, n. ε rosso giallastro
Spettro di assorbimento: doppietto a 696-692, due linee più deboli a 668-659, banda più o meno ampia centrata a 550, tre linee nel blu a 476-475-468 e generale assorbimento del viola